• ANDROGYNUS
  • BLUE LOTUS WINE
  • BOHéME
  • CALLIOPE
  • CANNIBALI COMMESTIBILI
  • CATERINA
  • CINUS
  • DINO FLANGE
  • D.O.A. (Death Of Autotune)
  • FORGOTTEN DREAM
  • GIULIOMARIA
  • Hitch Von Cassen & the Dreamers
  • LONELY BLUE
  • LE PIETRE DEI GIGANTI
  • MARTE
  • MARTINI POLICE
  • NOBODY
  • O:ODAL
  • Orthopédie
  • OSSA DI CANE
  • PITONI
  • RICCARDO MORANDINI

Già esordente al Rock Contest in compagnia di Gaube nel duo “Monologue”, Androgy̆nus è il nuovo progetto in italiano di Gabriel Bernabò, giovanissimo grossetano.

Tra canzoni ed immagini, si interroga sul rapporto tra individuo e società rivolgendosi alla conoscenza ancestrale, al mito e alla bellezza della natura, traducendone i contenuti attraverso la lente di un linguaggio musicale particolarmente attento alle nuove tendenze in ambito neopsichedelico. Ha già all’attivo un primo album, “Medioevo Digitale” ed una serie di nuovi singoli e videoclip che anticipano un nuovo lavoro.

 

Lucifero

Cerchi un posto giusto dove andare
Ma non che vedano gli occhi
Soffia un vento forte come spade
Che ti aprono il petto
Aprirsi come un Fiore

Chi era al tuo posto a respirare
Prima che aprissi gli occhi?
Si accumula tensione innaturale
Ma poi a terra ricade, ritorna a respirare

È inutile trovare scuse
Se il presente già condanna il futuro
A un mondo sterile

Splende l’inganno di Lucifero
Anima non trovi il tuo corpo

È inutile trovare scuse
Se il presente già condanna il futuro
A un mondo sterile

Splende l’abbaglio di Lucifero
Anima ritrova il tuo corpo
Inganno concedi un presente
Condanna rilassa la gente

Blue Lotus Wine è una band fiorentina formata da Emma Melozzi (voce), Sofia Manara (chitarra e voce), Gabriele Galli (basso e chitarra) e Lorenzo Vitali (batteria). Si incontrano nel 2019 – ancora liceali – in una scuola di musica e vengono notati da Lorenzo Pellegrini (⁄handlogic), che sprona il gruppo a iniziare a suonare e a cercare una propria identità. Insieme iniziano un percorso su materiale inedito che unisce sonorità soul e elettroniche alle forme del rock alternativo, accostando luminose armonie vocali a tre voci ad uno stile di scrittura profondo ed introspettivo. Al momento stanno lavorando all’EP di debutto.

 

Spectators

I’m sitting in the center
Their eyes on me, still whatching
They are all spectators around me
But they are not applauding
Maybe they perceive my insecurity
And are ready to bite me

I won’t beg for empathy
I won’t kneel for it
I don’t beg for empathy
I just need relief

I won’t fly and fall again to the ground
And now i’m trying to chase the joy that I found

I dedicate it to you
Who pass me by, indifferently
And I’m hoping that one day you will notice the harm you have done
To you, to me, to him
To you, to me, to him

It was a bolt from the blue
But now I see from a better point of view
His anger drowned me like a river in flood
They left me weak as a flower bud
I know they saw who hurt me, they didn’t care
And they’ve done nothing, nothing, nothing
They’ve done nothing, nothing, nothing
Nothing, nothing, nothing

I won’t fly and fall again to the ground
And now i’m trying to chase the joy that I found

I dedicate it to you
Who pass me by, indifferently
And I’m hoping that one day you will notice the harm you have done

I dedicate it to you
Who pass me by, indifferently
And I’m hoping that one day you will notice the harm you have done
To you, to me, to him
To you, to me, to him

TRADUZIONE

Sono seduta al centro
I loro occhi su di me
Mi stanno ancora guardando
Sono tutti spettatori intorno a me
Ma non stanno applaudendo
Forse percepiscono la mia insicurezza
E sono pronti a mordermi

Non implorerò per empatia
Non mi inginocchierò per questa
Non imploro per empatia
Ho solo bisogno di sollievo

Non volerò e cadrò di nuovo a terra
E ora sto solo cercando di inseguire la gioia che ho trovato
Dedico questo a voi che mi passate accanto indifferenti
E spero che un giorno capirete il male che avete fatto
A voi, a me, a lui
A voi, a me, a lui

È stato un fulmine a ciel sereno
Ma ora vedo da un punto di vista migliore
La sua rabbia mi ha affogato come un fiume in piena
Loro mi hanno lasciata debole come un germoglio
So che hanno visto chi mi ha ferito, non gli è importato
Non hanno fatto niente, niente, niente
Non hanno fatto niente, niente, niente
Niente, niente, niente

Non volerò e cadrò di nuovo a terra
E ora sto solo cercando di inseguire la gioia che ho trovato
Dedico questo a voi che mi passate accanto indifferenti
E spero che un giorno capirete il male che avete fatto

Dedico questo a voi che mi passate accanto indifferenti
E spero che un giorno capirete il male che avete fatto
A voi, a me, a lui
A voi, a me, a lui

Giovani ventenni da Borgomanero (Milano), si fanno ispirare dalla library music degli anni ’60 e’ 70, dalle atmosfere eteree della psichedelia contemporanea, ossessionati dal glamour pop di Kylie Minogue. Selezionati da Federico Dragogna de I Ministri per partecipare un suo workshop hanno pubblicato un primo ep. “Nuove Stanze”, su suggestioni letterarie, accompagnato da una serie di date nel nord Italia. Sono attualmente al lavoro sull’album d’esordio: SPECCHIO SEGRETO.

 

Oceano

Forse sto bene perché non penso da un po’
La primavera è qui, ma non so se uscirò
Mi chiudo nei dettagli, non fa bene però

È un incubo così vivido
Sottile, ma così vivido

Acqua alla gola, senza branchie annaspo
Un cappotto di scuse è così scomodo
Nuove stanze, ma stesse paure che ho

È un incubo così vivido
Sottile, ma così vivido

Forse sto bene perché non penso da un po’
La primavera è qui, ma non so se uscirò
Mi chiudo nei dettagli, non fa bene però
È un incubo così vivido

Vorrei lasciarmi andare, non so come si fa
Autostima, ego, un po’ di vanità
Terminare un compito anche se non mi va

È un incubo così vivido
Sottile, ma così vivido

Calliope è il progetto di Giulia Agostini, cantautrice ventinovenne toscana, intrapreso vita nella calda estate 2022 in collaborazione con il produttore Renato D’Amico (Postino, Emma Nolde). Dalle prime canzoni scritte al pianoforte ed alla chitarra da giovanissima studente di musica, giunge oggi alla realizzazione del suo primo EP in italiano dal sound fluido e cangiante. 

Fertili

So che ti senti fuori posto,
sabbia in piscina sul fondo.
Tanto non mi ascolti mai,
tanto non mi parli mai.
So che ti senti il vuoto intorno,
Franco diceva che le aquile
non volano in stormo.
Tanto non mi chiami mai,
tanto non mi rispondi mai.
Non lo so se saremo grandi,
non lo so se saremo grandi da vecchi,
non lo so se saremo campi
e se serve bruciare per diventare fertili,
per diventare fertili..
So sei di fronte ad un dirupo,
ginestra cresce sulle pendici del Vesuvio.
Tanto non mi abbracci mai,
tanto non ti fai abbracciare mai.
Non lo so saremo grandi,
non lo so se saremo grandi da vecchi,
non lo so se saremo campi
e se serve bruciare per diventare fertili,
per diventare fertili…
Non lo so saremo grandi,
non lo so se saremo grandi da vecchi,
non lo so se saremo campi
e se serve bruciare per diventare fertili.

“Ad ispirarci – spiegano i tre musicisti trentini – è stato il documentario (falso) “Cannibals in the jungle” che avevamo visto insieme. Da quel momento abbiamo deciso di creare un gruppo in grado di manifestare la nostra natura sonora cannibale”. Nebbie, paludi, lamiere arrugginite ed inquietanti presenze in boschi illuminati dalla luna piena sonorizzati da un roboante magma sonoro fatto di alternative rock, hard blues, stoner, in italiano.

 

Pioggia acida

Da quant’è che ci aspettiamo
solo che succeda altro?
Da quant’è che non cantiamo
per paura di inquinarci l’aria?
Da quantìè che non ci sbronziamo
fino a dimenticarci l’abitudine?
Da quant’è che non ci urliamo in faccia
per non disturbarci le ragioni?

So che ti troverò a brindare un giorno
ai rimpianti che mi strapperai di dosso

Da quant’è che non balliamo
sotto questa pioggia acida?
Da quant’è che non ci tocchiamo
per non sputtanarci la verginità?
Da quant’è che non giochiamo
solo per non mescolar le carte?
Da quanto cazzo è che non ci sentiamo
per non frantumarci le chimere?

So che ti troverò a brindare un giorno
ai rimpianti che mi strapperai di dosso

I Caterina nascono dall’incontro di Davide Bartolomei e Elisabetta Caizzi Marini nel 2019 a Bologna. Dal 2019 al 2021 compongono molti brani inediti dalle sonorità rarefatte e dream pop, momento che rappresenta per i due un elemento di sopravvivenza e di liberazione dalla reclusione della pandemia ma soprattutto da una condizione di reclusione più profonda, intima e condivisa. Già selezionati per la “Computer Age Edition” del 2020, tornano al Rock Contest nel 2022 assieme a  Jacopo Bettega (batteria), che sposta il progetto verso sonorità più dirette, grezze e veloci frutto dei suoi ascolti “hard core”.

 

High beam

Do you think
it can still flow
off the river?

with my hands I
follow the banks I
dip my tongue
i remain wavelength
wavelength

Turn on my faith
high beam – like
i rely on what remains

on the mend
on the mend
take me up

so i call the old man
devoid of love
I dip my tongue
i remain wavelength
wavelength

Turn on my faith
high beam – like
i rely on what remains

surrender your heart
surrender your heart
surrender your heart
my son

surrender your heart
surrender your heart
surrender your heart
my son

surrender your heart
surrender your heart
surrender your heart
my son

surrender your heart
surrender your heart
surrender your heart
my son

Turn on my faith
high beam – like
i rely on what remains

surrender your heart
surrender your heart
surrender your heart
my son

surrender your heart
surrender your heart
surrender your heart
my son

—————————–

Pensi che
può ancora scorrere
al largo del fiume?

con le mie mani io
seguo le sponde io
immergo la lingua
rimango lunghezza d’onda
lunghezza d’onda

accendi la mia fede
tipo abbagliante
faccio affidamento
su ciò che rimane

in riparazione
in riparazione
portami su

chiamo il vecchio
privo di amore

io immergo la lingua io
rimango lunghezza d’onda
lunghezza d’onda

accendi la mia fede
tipo abbagliante
faccio affidamento
su ciò che rimane

abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
figlio mio

abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
figlio mio

abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
figlio mio

abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
figlio mio

accendi la mia fede
tipo abbagliante
faccio affidamento
su ciò che rimane

abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
figlio mio

abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
abbandona il tuo cuore
figlio mio

Cinus, nome d’arte di Ginevra Lucia Cosci, classe 1999, cantautrice polistrumentista toscana dalla provincia di Lucca. Cresciuta tra la musica e il teatro ha coltivato la sua passione sin da bambina attraverso studi adeguati. “Scrivere musica è ciò che più mi rende felice e la consola, il pensiero di poter trasmettere le stesse emozioni ha fatto sì che il desiderio si potesse concretizzare, facendo uscire i miei brani dalla cameretta al palcoscenico, suonando live molto spesso. Così l’arte non si è fermata alla sola espressione della mia personalità ma è diventata anche un mestiere”.

 

Come una carota

Ma come fai?
E pensare che adesso sei sempre nei miei pensieri
Anche se parlavo con te fino a ieri
Un nuovo dizionario
Mi comprerò
Sarà difficile
Scriverti che passerò
I vestiti di un altro colore mi tingerò
Come una carota
Per uscire con te

Ma aspetta aspetta aspetta aspetta
Aspetta pioggia a venire giù
Ma aspetta aspetta aspetta aspetta
Il cellulare squilla oh mio dio sei tu

Maledetti
Tutti quei giorni passati a mangiare pop corn
Che la mia maglia gialla non mi sta più
Sono in ritardo, spero lo sia anche tu

Ma aspetta aspetta aspetta aspetta
Aspettami davanti al bar
Tra dieci minuti te lo giuro
Te lo giuro che arriva il tram

Un bacio lento
Finisco in paradiso in un momento
E il tuo sorriso
Che immaginai
Mi dicesti
Che i miei nodi sono belli
Ti rimase incastrata la mano tra i capelli
Ma al dolore
Non ci penso più

Ma aspetta aspetta aspetta aspetta
Aspettami ancora un po’
Tra poco, si, ti cercherò

E poi
Mi sveglio che son le sette del mattino
Con tutta la bava sul cuscino
Un gran casino sul comodino
Ma ho il ricordo
Di aver sognato un’altra volta te
Una cioccolata calda e le ciliegie
Un’altra volta te

Dino Flange è il progetto di Alessandro Corsini, ventinovenne bresciano. Il suo obiettivo “prendere delle canzoni d’amore, affrontare temi filosofici per inserirli in un panorama sonoro di un’altra dimensione, tra solenne, magico, antico e futuro, galleggiare in un vortice senza tempo”.

 

Pianeti soli

per questo sono sparito
per essere dimenticato
per questo sono venuto
per essere ricordato
per questo siamo caduti
per quello che abbiam passato
per questo lui è impazzito
vuole vivere spensierato

siamo anime
siamo gente
siamo soli
non siamo niente
siamo polvere
siamo futuro
pianeti soli
non c’è nessuno
siamo anime
siamo gente
siam tutti soli
siamo un bel niente
siamo polvere
siamo futuro
pianti soli
non c’è nessuno

adesso mi stendo al suolo
per essere trasportato
faccio un dono alla natura
per essere ascoltato
per questo sono cresciuto
di te mi son già fidato
ma quando sono cattivo
faccio del volontariato

siamo anime
siamo gente
siamo soli
non siamo niente
siamo polvere
siamo futuro
pianeti soli
non c’è nessuno
siamo anime
siamo gente
siam tutti soli
siamo un bel niente
siamo polvere
siamo futuro
pianti soli
non c’è nessuno

siamo anime
siamo gente
siamo soli
non siamo niente
siamo polvere
siamo futuro
pianeti soli
non c’è nessuno

D.O.A. (da un brano di Jay-Z) sono un gruppo di  ragazzi tra i 22 e i 25 anni da Palazzolo Sull’Oglio (BS) e Grumello del monte (BG). Lyo alla chitarra, Benzo batteria, Nicolas Lecchi basso/sax e Mr RowBrown voce. Il progetto è iniziato nel 2018 e si è presto concretizzato in “INTRO”, l’album d’esordio, in bilico fra rap, alternative rock, soul e pop con brani in italiano ed in inglese, su basi rigorosamente suonate.

 

Memories

Ah
When I think about my past
When I think about my childhood, it past really too fast
If I think about, my mood changes
We were free in head and heart and didn’t care about the future but,
at the moment we were living
We gave a fuck what they thinking
Zero cash but rich in the soul
Carefree, unlimited
The time runs, you can’t beat it
The more you grow, the more you need it
Use to still all kind of beer
Ring the bells, escape from there
Play ball in the youth center
Funny man cause we were together
Then the money came, we split
The first disappointment, oh shit
I don’t exist for her anymore
Too sadness man I’m ill
Remember when we used to talk about crashing eighteen
Obtaining driving license, living fast, earning some cash
I remember your broken shoes though
Remember the broken shoes
You didn’t know how to lose man
Didn’t know how to lose
They were your favorite ones
What an amazing youth man
What and amazing youth

Don’t want to lose no those moments
Still want to get back carefree
I wanna find the innocent, they have stolen, they have stolen from me
Never wanna grow (x3)
They have stolen from me

Guardami adesso, tu guardami adesso
Siamo diventati quelli che odiavamo
Passo dopo passo mi sento represso e spesso
Voglio ricordare com’era
Come un bambino che non vede niente ma davanti a sé c’ha una vita intera ed é vera
La storia che capirai quando sarai più grande
Io sto crescendo ma son solo e pieno di domande
Scusa tanto
Se ho già preso le distanze
Non c’è sempre un senso a tutto, ma non smetter di ballare
Ricordo quand’ero innocente, ricordo quand’eri presente
Ricordo che sorridevamo sempre
Ricordo che il tempo era nostro, senza minuti né conti e pretese
Sei chiuso in gabbia e conti le ore in busta a fine mese
Amico cosa ci é successo?
Cosa si
Amico cosa abbiamo perso?
Comunque sia é stato bello, sai
Adesso sto crescendo
Don’t want to lose no those moments
Still want to get back carefree
I wanna find the innocent, they have stolen, they have stolen from me
Never wanna grow (x3)
They have stolen from me
Never wanna grow (x3)

TRADUZIONE MEMORIES

Strofa:

Quando penso aI mio passato Quando penso aIIa mia infanzia È passato veramente in fretta Se ci penso mi cambia I’umore
Eravamo spensierati neIIa mente neI cuore
E non ci importava deI futuro perché aI momento eravamo vivi Ce ne fottevamo dei pensieri aItrui
Zero denaro ma ricchi neII’anima Spensierati, iIIimitati
lI tempo corre, non Io si può battere Più cresci, più ne hai bisogno Rubavano ogni tipo di birra
Suonavamo i campaneIIi per poi scappare Giocavamo a paIIone neI centro giovani
Era divertente per quantomeno eravamo assieme Ma poi i soIdi arrivarono e ci dividemmo
Le prime deIusioni, merda Per Iei non esisto più
Mi causa tristezza, mi ammaIo
Ricordi quando parIavamo di compiere diciotto anni? Ottenere Ia patente, vivere veIoci e guadagnare dei soIdi? Mi ricordo deIIe tue scarpine rotte (x2)
Non sapevi accettare Ia sconfitta (x2) Erano Ie tue preferite
Che beIIa gioventù (x2)

Rit
Non vogIio perdere quei momenti Vorrei essere ancora spensierato
VogIio ritrovare I’innocenza che mi hanno rubato (x2) Non vogIio crescere (x3)

Gruppo indipendente alternative rock proveniente da Cremona, insieme da appena un anno. A giugno 2022 è uscito l’album “Cotton Candy & Pills” un progetto “raw” registrato interamente in casa. “Dal pop anni ’60 alla psichedelia degli anni ’70, dal post-punk degli anni ’80 al grunge degli anni ’90. Questi generi sicuramente costituiscono l’anima dei Forgotten Dream, anche se non sentiamo di appartenere ad un genere musicale preciso. Probabilmente la nostra musica suona in qualche modo nostalgica. Essere nati negli anni ’90 ci abbia illuso di un futuro positivo, da “cartellone pubblicitario”. Il presente di questi anni è molto diverso dalle aspettative con le quali siamo cresciuti. Questo fa nascere in noi un profondo senso di nostalgia che si riflette nella musica che facciamo”.

 

Kenophobia

Where the angels fly
I will never walk
Sewing machine
Making up a dream
Where my angel is
I will never be
I will never talk
Like they all talk
Where the angels fly
Planes are passing by
I will drag you down
Down, down below
If I could save myself
From all this silence
I’d do what I am told
I’d be like you all
If I could save myself
From all this silence
Days wouldn’t melt like snow
Darkness would glow
Where are you now?
Where are the angels?
Where you will be
I will never be
Where the angels fly
There are white clouds
Up, up above
Where the planes fly
If I could save myself
From all this silence
I’d do what I am told
I’d be like you all
If I could save myself
From all this silence
Days wouldn’t melt like snow
Darkness would glow

KENOPHOBIA (traduzione)

Dove volano gli angeli
Io non camminerò mai
Macchina da cucire
Che inventa un sogno
Dove è il mio angelo
Io non sarò mai
Non parlerò mai
Come parlano tutti
Dove volano gli angeli
Gli aerei passano vicino
Io ti trascinerò in basso
Giù, più in basso
Se potessi salvarmi
Da tutto questo silenzio
Farei quello che mi dicono
Sarei come tutti voi
Se potessi salvarmi
Da tutto questo silenzio
I giorni non si scioglierebbero come neve
L’oscurità risplenderebbe
Dove sei ora?
Dove sono gli angeli?
Dove tu sarai
Io non sarò mai
Dove volano gli angeli
Ci sono nuvole bianche
Su, lassù
Dove volano gli aerei
Se potessi salvarmi
Da tutto questo silenzio
Farei quello che mi dicono
Sarei come tutti voi
Se potessi salvarmi
Da tutto questo silenzio
I giorni non si scioglierebbero come neve
L’oscurità risplenderebbe.

Dopo esperienze in altri progetti come (Nervi, La Notte) Giuliomaria comincia a scrivere le prime canzoni con influenze che richiamano la musica italiana e d’oltremanica a cavallo fra anni 60’ e 70’. Nel 2022 è uscito il suo primo EP chiamato “VOL.1” , caratterizzato da atmosfere sognanti ed evocative.

 

Avrai ragione tu

Avrai ragione tu non ci son strade da percorrere,
per tutti quelli come me che han la faccia nella polvere,
E vagan soli nella notte dentro a visioni psichedeliche,
cambi umore e cambi faccia

Come parole che volano via ed escono dalla mente mia
Come parole che volano via e poi ritornan di notte

Se poi rimani giù non devi aspettare a correre,
via da quegli occhi che ti guardano e non ti vedono
E vago solo nella notte

Come parole che volano via ed escono dalla mente,
Come parole che volano via e poi ritornan di notte,

Aspetterò che si calmi la tempesta,
per vedere chi fugge e cosa resta
Che cosa resta per tutti quelli come me?
Se le parole volan come polvere
Che cosa resta per tutti quelli come me?
Se le parole volan come polvere

Hitch Von Cassen, da Isernia, armato di una chitarra elettrica e vari effettini (suo grande amore), inizia presto a scrivere le prime bozze dei suoi brani, che entreranno a far parte del suo album di debutto “Humpty Dumpty”, uscito nel febbraio del 2022. L’album che va a raccogliere tutta la passione per il dream pop e lo shoegaze di matrice anglosassone, si avvale della collaborazione di diversi musicisti e cantanti che hanno partecipato alla creazione dell’opera come se fosse un sogno collettivo. Nascono così “Hitch Von Cassen & the Dreamers”. Al momento la band si sta dedicando ai live per portare in giro muri di suoni, dolcissimi e assordanti sussurri e sogni, al contempo sta lavorando alla scrittura di nuovo materiale.

 

I’m lost in a fishbowl

 

Watching in a smashing mirror
All I can see are pieces of me
People say you can do it
It’s all in your head, but where is my heart?

Travelling in the sky
My head, my head is full
My heart, my heart is empty
I’m lost, I’m lost in a fishbowl now

Watching in a smashing mirror
All I can see are pieces of me

Travelling in the sky
My head, my head is full
My heart, my heart is empty
I’m lost, I’m lost in a fishbowl now

When I can, I try.

Traduzione:

Guardandomi in uno specchio rotto
tutto ciò che posso vedere sono pezzi di me
Le gente dice che “ce la puoi fare,
è tutto nella tua testa”, ma dov’è il mio cuore?

Viaggiando nel cielo
la mia testa, la mia testa è piena
il mio cuore, il mio cuore è vuoto
mi sto perdendo nella boccia di un pesce rosso

Guardandomi in uno specchio rotto
tutto ciò che riesco a vedere sono pezzi di me

Viaggiando nel cielo
la mia testa, la mia testa è piena
il mio cuore, il mio cuore è vuoto
mi sto perdendo nella boccia di un pesce rosso

Quando potrò, lo farò.

I Lonely Blue sono un gruppo musicale italiano formatosi a Torino nel 2019. La loro musica si ispira ai grandi gruppi rock degli anni ’70, caratterizzata da potenti riff e ritornelli di matrice blues. Sono composti da Davide Amisano (basso e voce), Yuri Di Giovanni (chitarra) e Alberto Perretta (batteria), appena ventenni. A lunghe jam ed al forzato isolamento pandemico si deve il loro primo singolo “Blue Hair Girl” ed il loro primo EP “Water”, dalla forte matrice blues. Ripartiti con una frenetica attività live, nel 2022 rilasciano un nuovo singolo, Men For Free, che annuncia l’arrivo di un nuovo EP. 

 

Paranoia

 

Oh paranoia
You pump mud in my veins
Oh paranoia
You make me miss my trains
I cannot sit or rush in
I cannot breathe under my own face
Oh, paranoia, run away

Oh paranoia
You’re slowly rotting my brain
Oh paranoia
You fell in love with me
I cannot free my body
But I am safe in this harmful cage
Oh paranoia, don’t go away

Is that the reason why you’re laughing?
Is that the reason why you’re sad?
Is that the reason why you’re ugly?
Is that the reason why you’re mad?

Oh paranoia
If that’s your catchy name
Oh paranoia
The son of fright and shame
I cannot sleep or fight him
‘Cause he’s the weapon and I’m its blade
Oh paranoia, run-a
Oh paranoia, run-a
Oh paranoia, run away

Traduzione in italiano:

Oh paranoia
Pompi il fango nelle mie vene
Oh paranoia
Mi fai perdere i miei treni
Non posso stare seduto o entrare di corsa
Non posso respirare sotto la mia stessa faccia
Oh paranoia, scappa via

Oh paranoia
Stai lentamente facendo marcire il mio cervello
Oh paranoia
Ti sei innamorata di me
Non posso liberare il mio corpo
Ma sono al sicuro in questa gabbia nociva
Oh paranoia, non andare via

E’ questa la ragione per cui stai ridendo?
E’ questa la ragione per cui sei triste?
E’ questa la ragione per cui sei brutto?
E’ questa la ragione per cui sei pazzo/infuriato?

Oh paranoia
Se questo è il tuo nome orecchiabile
Oh paranoia
Figlio della paura e della vergogna
Non posso dormire o combatterlo
Perché lui è l’arma e io sono la sua lama
Oh paranoia, scappa via

Le Pietre Dei Giganti sono una band psych-alternative di Firenze. Stoner, psichedelia, heavy rock, blues acido, groove tribali, sampling ed elettronica, testi intrisi di poesia e gusto epico. Veti e Culti, il loro secondo album ha ottenuto il plauso della critica di settore (Rumore, Ondarock, Impatto Sonoro, Rockit, Blow Up) ed è stato definito da Rockit come “uno dei dischi migliori degli ultimi tempi di rock italiano, nell’accezione più generale del termine”.

 

Quando l’ultimo se ne andrà

 

La tempesta che porta via
è passata di qua
quando l’ultimo se ne andrà
Non resta che suonare un blues
Il lavoro che spazza via
Sogni e felicità
quanto ancora mi rimarrà
ma ancora rimane un perché
Il rimpianto e il rimorso di
Sguardi e complicità
quando l’ultima se ne andrà
domanderà ancora un perché
esser grato per ciò che fu
è un rimpianto in più
non lo so, mi ostinerà
a chiedermi come mai

Nel silenzio della città
mi tiro ancora su quanto ancora mi rimarrà
Per andare lontano da qui

Ed ancora una volta si riprenderà
il ciclo perpetuo nella sua inarrestabile accelerazione
dell’infinito carnaio di anime e persone
il mondo riprende il giro della sua indifferenza
senza ascoltare il tonfo della mia anima sorda
Il mio pensiero di trame contorte

Voi presenti potete sentire?
lo potete capire?

La tempesta che porta via
è passata di qua
quando l’ultimo se ne andrà
non resta che suonare un blues

Martina Saladino, in arte Marte, è una ventisettenne sempre in cerca di qualcosa in giro per il mondo per tornare poi ogni volta a casa, a Genova. Così la sua musica, in perenne evoluzione e mutamento; da un primo disco in inglese, a prove più sperimentali, tour ed esperimenti pop. Oggi lavora in team con Fulvio Masini dei Banana Joe ad un suo primo disco in italiano.

 

Scappare

Ti ho inquadrato subito
Ti ho appeso al muro, con la cornice d’oro
Cresce più la mia ansia del valore del dollaro
La noia come scusa del mio passo stanco
Come no, Come no
Siamo animali persi ma dello stesso branco

Vorrei i sottotitoli sotto ai miei sguardi nel vuoto
In questi anni ripidi ho perso il mio lato buono
Sveglia in preda al panico, vivo in preda al panico
Dammi un anestetico per non sentire niente più

Si salvi chi può, scappare è forte
Scivoliamo via da chi ci vuole fottere
Si salvi chi può, Si salvi chi può
Scivoliamo via, perchè scappare è forte

Mi arrendo subito e lo so che non è un merito
Fisso le nuvole fucsia di un filtro retro
La gioia che mi invade nel restarti accanto
Come no, Come no
Siamo animali persi ma dello stesso branco

Ho gli occhi così lucidi non riesco a metterti a fuoco
Vorrei i sottotitoli per farti capire chi sono
Soffoco nel traffico no che non ho il fisico
Tutto mi dimentico, per non sentire niente più

Si salvi chi può, scappare è forte
Scivoliamo via da chi ci vuole morte
Si salvi chi può, Si salvi chi può
Scivoliamo via, perchè scappare è forte

Immersi nelle verdi colline brianzole, i poco più che ventenni Martini Police suonano una sorta di yacht-rock psichedelico e contaminato con influenze anni ‘70 ma al passo con le sonorità contemporanee internazionali. Ad inizio 2022 la band presenta l’EP Vibre Delivery Service, seguito da un tour che vede i Martini Police sui palchi italiani assieme a Vanarin, Italia 90, Sean Nicholas Savage, Gomma, Marco Castello, The Notwist e Nu Genea.

 

Meant to go

 

Wear your best shoes
And run where skies are bright
And wages high
Maybe there’s no need to lie
Maybe there’s no need to lie
To lie

All the people say that you’re ok
So stop worrying about it
Your year has come
It’s the best time of your life
It’s the best time of your life
Your life

That’s where you meant to go
That’s where you wanted to go
Now you’re gone gone gone
And this is where you stay
Now you’re gone gone gone

What I’m saying is just
That all your best is to come
I’m not trying to mess up with the youth
But welcolme adulthood
It’s the best time of your life
It’s the best time of your life
Your life

That’s where you meant to go
That’s where you wanted to go
Now you’re gone gone gone
And this is where you stay
Now you’re uh-uh-uh

Maybe there’s no need to run
Maybe there’s no need to go

Maybe there’s no need to run
Maybe there’s no need to go
Maybe there’s no need to run
Maybe there’s no need to go

There’s no need to run
There’s no need to run
There’s no need to run

INTENZIONATO AD ANDARE

Indossa le tue scarpe migliori
E corri dove i cieli sono limpidi
E gli stipendi alti
Forse non c’è bisogno di mentire
Forse non c’è bisogno di mentire
Di mentire

Tutte le persone dicono che sei ok
Quindi smettila di preoccuparti
Il tuo anno è arrivato
È il periodo migliore della tua vita
È il periodo migliore della tua vita
Della tua vita

Ecco dove avevi intenzione di andare
Ecco dove volevi andare
Ora sei andato, andato, andato
E qui è dove rimani
Ora sei andato, andato, andato

Quello che sto dicendo è
Che tutto il tuo meglio deve ancora arrivare
Non sto cercando di incasinare la giovinezza
Ma benvenuta, età adulta
È il periodo migliore della tua vita
È il periodo migliore della tua vita
Della tua vita

Ecco dove avevi intenzione di andare
Ecco dove volevi andare
Ora sei andato, andato, andato
E qui è dove rimani
Ora sei uh-uh-uh

Forse non c’è bisogno di correre
Forse non c’è bisogno di andare

Forse non c’è bisogno di correre
Forse non c’è bisogno di correre
Forse non c’è bisogno di correre
Forse non c’è bisogno di andare

Nobody (Giulia Tudisco) è una giovane cantautrice nata a Roma ed ora stabilita a Londra. Fortemente inspirata dagli scritti di Luigi Pirandello, affronta a livello testuale il contrasto tra voler essere sé stessi e dover assecondare l’idea che gli altri hanno di noi, siamo individui, ma siamo anche visti in centomila versioni diverse, per cui risultiamo non essere nessuno (Nobody). “Luminol (Pt. 2)”,  è un inno pop alternativo per le anime solitarie che si sentono deboli e invisibili. Con immagini e suoni taglienti, versi vuoti e metafore, Nobody mira a sensibilizzare sul suicidio, un argomento tabù. E’ di imminente pubblicazione il quarto singolo, “You Watch the Stars”, sempre sulla scia di un sofisticato alternative pop in lingua inglese.

 

Luminol (PT.2)

As she looks inside, no one to blame
So she looks for relief in pain
When she finishes her tasks
When she comes home, takes off her mask

And just like Luminol her soul turns blue
And there is nothing she can do
Just like Luminol she finds her blood
By digging and digging, in her heart

Her clock is moving slowly
Or not moving at all
Another day but same old story
Another day, losing her war

Cause loneliness is suffocating
And the air is tight as clay
The sun outside’s intimidating
So she’ll go out another day

And just like Luminol her soul turns blue
And there is nothing, nothing she can do
Just like Luminol she finds her own blood
By digging and digging, digging her life apart

She digs her life apart

Just like Luminol she finds her blood
By digging in her heart
Just like Luminol her body turned blue
She hoped you could see it too

LUMINOL (PT.2) – ITALIANO

Mentre si guarda dentro, non ha nessuno da incolpare
Così cerca sollievo nel dolore
Quando finisce i suoi impegni
Quando torna a casa, si toglie la maschera

E proprio come il Luminol la sua anima diventa blu
E non c’è nulla lei che possa fare
Proprio come il Luminol, trova il suo sangue
Scavando e scavando, nel suo cuore

Il suo orologio si muove lentamente
O non si muove affatto
Un altro giorno, ma la stessa storia
Un altro giorno, perdendo la sua guerra

Perché la solitudine è soffocante
E l’aria è stretta come l’argilla
Il sole fuori intimidisce
Così uscirà un altro giorno

E proprio come il Luminol la sua anima diventa blu
E non c’è niente, niente che lei possa fare
Proprio come il Luminol, trova il suo sangue
Rovinando, rovinando, rovinando la sua vita

Lei rovina la sua vita

Proprio come il Luminol, trova il suo sangue
Scavando nel suo cuore
Proprio come Luminol il suo corpo è diventato blu
Sperava che potessi vederlo anche tu

Il progetto nasce dalla volontà di unire sonorità internazionali (tra alternative e post rock) all’attualità della scena indipendente italiana, dai Verdena a Tyler The Creator, dagli Slowdive a Iosonouncane. Ne nasce una fusione di atmosfere elettroniche e indie con venature dream-pop. Portano il loro suono anche lontano dai palchi e dai concerti, oltre il busking con set semi-acustico hanno collaborato alla scrittura delle musiche per “Re:Azioni”, una performance di danza contemporanea curata della coreografa Serena La Grotta e l’associazione “CADE_contemporanee arti” di Firenze. Recentemente Gaia ha collaborato al progetto ‘The Overlook Mixtapes’ di Wassilij Kropotkin. Durante la pandemia si sono dedicati alla scrittura di nuovi brani. Il risultato è il racconto che sarà racchiuso nel disco d’esordio, “Due Punti”.

 

Vicino

Guardandola mi accorgo che forse ho perso il senso
E io mi sento sola mentre ti sento accanto
Dividi le certezze che mi hanno dato tanto
Le fai a pezzi e mi trascini verso il basso
Volevo stringerle il mento tra le dita
tirarle su la testa

Rit.
Ehi tu non starmi vicino
Mi fai capire che sto barcollando

Vedevo la mia faccia, vedevo il suo ricordo
Il tempo scorre lento ma lascia tutto intatto
Raccolgo le certezze che mi hanno dato tanto
guardando i pezzi sembrano di qualcun altro
Volevo stringerle il mento tra le dita
tirarle su la testa

Rit.
Ehi tu non starmi vicino
Mi fai capire che sto barcollando

Nati nel 2019 dall’incontro/scontro musicale tra Alessandro Abbate (chitarrista ex Washita) e da Laura Martelli (ex House Of Tarts) gli Orthopédie si arricchiscono nell’aggiunta del veneto Marco Salvador (batterista-ballerino modulare) e del molisano Antonio Izzo (bassista-trapezista multifunzione) entrambi attivissimi nella scena avant-jazz toscana e non. Da questo incontro nasce un progetto di Ortopedia Magica in cui le canzoni sono “prese a calci e poi medicate, avendo cura di lasciare un po’ di brutture in vista, a memoria”. Il risultato è quello che succederebbe “se il cattivissimo Sid di Toy Story facesse alla musica quello che ama fare a quei poveri giocattoli”.

 

Dots

You are a knot
Grippin’ on my ankle
You are a lot of things I can’t dissolve
But I like to treat you badly
To let you know I’m not yours
Neither you are mine

Babydoll, you gotta learn
I’m not made of patch
I’m made of flesh and bones
And running blood

If I’m the nightmare
You can’t be a dream

And I draw dots on poppies, ‘cause I can’t stand their perfection
yeah, that’s true

And I draw dots on poppies, ‘cause I can’t stand their perfection
yeah, that’s true

Traduzione in italiano del testo “Punti”

Sei un nodo che mi stringe la caviglia
Sei un sacco di cose che non riesco a dissolvere
Ma mi piace trattarti male, per farti capire che non sono tua
e che non sei mio.

Tesoro, dovresti sapere che non sono fatta di pezza,
ma di carne e sangue che scorre

Se io sono incubo, tu non puoi essere sogno.

E disegno punti sui papaveri
perchè non sopporto la loro perfezione

Credimi, è vero

E disegno punti sui papaveri
perchè non sopporto la loro perfezione

Cerdimi, è vero

Nati nel 2019 dall’incontro/scontro musicale tra Alessandro Abbate (chitarrista ex Washita) e da Laura Martelli (ex House Of Tarts) gli Orthopédie si arricchiscono nell’aggiunta del veneto Marco Salvador (batterista-ballerino modulare) e del molisano Antonio Izzo (bassista-trapezista multifunzione) entrambi attivissimi nella scena avant-jazz toscana e non. Da questo incontro nasce un progetto di Ortopedia Magica in cui le canzoni sono “prese a calci e poi medicate, avendo cura di lasciare un po’ di brutture in vista, a memoria”. Il risultato è quello che succederebbe “se il cattivissimo Sid di Toy Story facesse alla musica quello che ama fare a quei poveri giocattoli”.

 

Radura

Affogherò nell’alcool
nell’inchiostro nero dell’asfalto
Imparerò a lasciare baci al vento per il mondo
E non volere niente in cambio
La strada corre dritta su una retta e tu sulla tua.
La vedi bene come un altro
Che se starai bene sarà bravo a farlo
Io so solo raccontarlo

Al mondo nasci ricco o con i debiti
Io ricco di debiti
Perso come il tempo speso a chiedersi
se è davvero cio che meriti

Che se muori nero poi ritorni bianco
che se dici il vero trovi solo il falso
Di per se qua è già uno strazio
ora levati dal cazzo!

Io sono il pericolo la notte la paura
di una morte prematura
il sangue secco nella segatura
la voglia di scappare dalla serratura
siamo fiori secchi nella spazzatura
con i cuori fritti dentro la tempura
e in fondo non è male questa selva oscura
che ti ricordi tu della radura?

Mi chiedi di me…
Sono solo un matto che ha ragione…
sono solo un matto che ha ragione…ad esser matto

Io riocordo i baci, le carezze, i giorni di silenzio
il dolore a cui non penso
tra partenza e arrivo io vivo nel mezzo
notti senza fine se la fine è il mezzo
non c’ho più cartine ma c’ho mezzo pezzo
spessore microfine se la fine è il prezzo
come alle giostrine da ubriaco mezzo
porta le gambine dove te le spezzo.

Posso darti amore, come odio indefinito
indico la luna col mio terzo dito
cherchi la fortuna ancora n’hai capito
che forse la colpa è nel libero arbitrio
che tra vita e morte in mezzo siamo Noi
con i nostri errori come finti eroi
pagina su pagina ho ricominciato il libro
chiudo gli occhi mentre guido

E dove vadoo sono cazzi miei
che sia la Bolivia oppure sto’ guardrail
sono l’universo dove non ci sei
dicessi non fa male, sai ti mentirei
conto buoni amici spenti ai ventisei
sei solo un’ altra lama che ora non vorrei
ma se dio vuole ho ancora un po’ di forza
cio che non mi uccide mi da nuova scorza

Mi chiedi di me…
Sono solo un matto che ha ragione…
sono solo un matto che ha ragione…ad esser matto

Dimmi che mi vuoi ma non dirmi se….

Mi chiedi di me…
Sono solo un matto che ha ragione…
sono solo un matto che ha ragione…ad esser matto

Dimmi Che Mi vuoi

I Pitoni sono una band rock romana formata da Paolo Pitorri, Lorenzo Angelucci e Michele Mariola. Il loro primo singolo “Pazza Gioia” è uscito per il collettivo Studio Croma, giovane realtà del quadrante di Roma Sud, associazione di cui fanno parte i Pitoni e altre band, artisti, pittori e fotografi. Il sound della band è un ibrido di post-rock e rock alternativo cantato in italiano.

 

Rock paradiso

Fanno solo compagnia i giorni
fanno solo compagnia i ricordi
fanno solo compagnia i sogni
fanno solo compagnia i morti

Riccardo Morandini è un musicista versatile ed eclettico con alle spalle molteplici esperienze in formazioni e band assolutamente trasversali. Perennemente in tour, negli anni ha collaborato con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Kimia Ghorbani, Tower Jazz Composer Orchestra, Alessandro Ristori. Attualmente è il chitarrista di Superpop. Nel 2021 ha pubblicato un EP cantautorale a suo nome intitolato “Eden”. Il 15 Aprile 2022 è uscito il suo LP d’esordio “Il Leone verde” una sorta di oasi alchemica antimoderna fuori dal tempo, in bilico fra suggestioni barocche, spiritualità, cantautorato psichedelico anni ’70 ed alternative pop fine anni ’90.

 

La sindrome di Erasmo

Sempre in fuga per paura
che una scelta voglia dire
rinunciare ad altre possibilità
di felicità che è altrove

Un altro stato
una diversa professione
una relazione
per ritrovare finalmente noi

Ma è il noi che manca
l’alternativa è stanca
mangia e beve troppo
lo spirito si è rotto

E’ la sindrome di Erasmo
che ammala i nostri cuori
e ci impedisce
di raggiungere l’orgasmo esistenziale
di scegliere l’amore
al posto di sta cazzo di realizzazione
che se ci pensi bene
l’io è un’illusione

Sempre in fuga niente dura
ogni laccio va tagliato
è vietato opporsi ostacolare
la mobilità del mercato

E illuminato
libero da ogni legame
posso lavorare e migliorare
la solitudine globale

Ma è l’amore che manca
La primavera è stanca
Soli l’ideale è solo
Un prodotto da consumare

E’ la sindrome di Erasmo
che ammala i nostri cuori
e ci impedisce
di raggiungere l’orgasmo esistenziale
di scegliere l’amore
al posto di sta cazzo di realizzazione
che se ci pensi bene
l’io è un’illusione

E’ la sindrome di Erasmo
che ammala i nostri cuori
e ci impedisce
di raggiungere l’orgasmo esistenziale
di scegliere l’amore
al posto di sta cazzo di realizzazione
che se ci pensi bene
l’io è un’illusione